Perché esistono tante razze diverse?
Gli uomini sono tutti uguali, ma non fisicamente! Da cosa dipendono le nostre differenze? Scopriamolo insieme.
“Gli uomini sono tutti uguali”.
È vero da un punto di vista sociale, di diritti umani e di “cuore”, ma non fisicamente.
Colore della pelle, statura, capelli, occhi, sono alcuni dei fattori che ci differenziano.
E sebbene nessuna persona sia uguale ad un’altra, queste differenze sono più marcate quando si appartiene a razze diverse.
Oggigiorno è sempre più difficile trovare “razze pure”, poichè fortunatamente molte barriere sociali sono crollate e bene o male ci siamo “mescolati” un po’ tutti.
Ad ogni modo ci sono alcune caratteristiche più dominanti di altre, che ci permettono a prima vista di identificare le radici di qualcuno.
Ad esempio etichettiamo subito una persona come “asiatica” semplicemente osservandone gli occhi. Ma da cosa dipende quella caratteristica forma a “mandorla”?
Selezione naturale, adattamento, evoluzione.
Sono queste le tre ragioni di quella particolare forma dell’occhio.
Le popolazioni asiatiche che viveano in climi freddi, si sono dovute adattare all’ambiente per poter migliorare le proprie condizioni di vita. Così un’iniziale mutazione con una palpebra sviluppata diversamente, ha preso il sopravvento. La cosidetta “plica mongolica” serve a proteggere l’occhio dal freddo eccessivo, dal riverbero del sole sulla neve e dalla polvere. E come tutte le “migliorie” genetiche, questa caratteristica è diventata un fattore di selezione sessuale, facendo diffondere la mutazione tra la popolazione.
Stesso discorso vale per la pelle bianca.
Le differenti carnagioni dipendono dal quantitativo di melanina prodotto dal nostro corpo ed è ovviamente una risposta all’ambiente circostante. Essendo l’uomo moderno presumibilmente nato in Africa, il colore originario della pelle dovrebbe essere quello scuro.
Ma poi l’uomo ha iniziato a spostarsi e questo ha comportato un adattamento ai nuovi ambienti.
Alle basse latitudini una pelle scura è vantaggiosa, protegge dai raggi UV contenendo la produzione di vitamina D che potrebbe portare altrimenti ad una ipervitaminosi. Al contrario, spostandosi verso le alte latitudini è stata necessaria una “mutazione”. Una minore esposizione ai raggi solari richiedeva una diminuzione di melanina per poter sintetizzare al meglio la vitamina D.