L’intelligenza artificiale psicopatica
Paura dei robot? Forse da oggi ne avete motivo! Un team di esperti del Mit di Boston ha creato la prima intelligenza artificiale ufficialmente psicopatica. Non a caso il nome scelto è stato Norman, in onore di Norman Bates, protagonista di Psycho.
Come hanno fatto? Bhè hanno semplicemente creato un algoritmo basato su dati diversi dal solito.
Norman, capace di osservare foto e comprenderne il contenuto, è stato “allenato” con foto di persone morenti, in contrapposizione ad un’altra intelligenza artificiale alla quale sono state proposte normalissime foto di animali e persone.
Le due A.I. sono poi state sottoposte al test di Rorschach, ossia quel particolare test nel quale vengono mostrate macchie di inchiostro per valutarne l’interpretazione “dei pazienti”.
Ebbene, mentre l’A.I. “allenata” con foto normali interpretava una foto come “uccellini su un ramo”, Norman ci vedeva “un uomo colpito da una scossa elettrica”; quello che era un “guanto da baseball” per uno, era “un uomo ucciso da una mitragliatrice” per Norman.
È stato così dimostrato che i dati utilizzati per “addestrare” un algoritmo, influenzano quello che sarà il comportamento dell’A.I. Non si tratta di un problema dell’algoritmo in sé, ma dei dati utilizzati. Un po’ come quando si educa un bambino.
Per quanto inquietante è quindi possibile creare algoritmi “razzisti”, “psicopatici”, ecc…