Coronavirus: è giusto allarmarsi?
In questi ultimi mesi una nuova forma influenzale ha preso piede in tutto il mondo.
Il coronavirus, COVID-19 ha avuto origine in Cina, presumibilmente si tratta di un virus di origine zoonotica, che ha trovato terreno fertile nella trasmissione da uomo a uomo.
I contagi in Cina sono stati tantissimi a partire da novembre 2019 e portando con sé numerosi morti. Inizialmente il pericolo è stato sottovalutato e questo ha facilitato una prima diffusione del virus all’infuori del territorio cinese.
Sebbene quando ci si è resi conto del pericolo, siano state adottate numerose misure preventive, queste non sono bastate ad arginare la malattia. Purtroppo si trattava ancora di un virus poco conosciuto ed i semplici controlli della temperatura corporea in aeroporto, non sono stati sufficienti a scoprire chi realmente stesse incubando la malattia.
Ad oggi l’Italia è diventata una delle nazioni più colpite dal virus e questo sta scatenando un’ondata di panico dilagante.
Cerchiamo di capire insieme la gravità della situazione.
L’opinione pubblica è divisa tra “è una semplice influenza” e “moriremo tutti!”. Come sempre, la verità sta nel mezzo.
Sebbene ogni anno muoiano di influenza molte più persone rispetto a quelle morte per coronavirus, la viralità di questa malattia è nettamente superiore a quella di un’influenza, il che ne rende il contagio davvero facilissimo, con conseguente facilità per il virus di mutare.
D’altra parte, per come di presenta al momento la malattia, non “moriremo tutti”, infatti il tasso di mortalità è basso, seppur gran parte dei malati ricoverati si ritrovino ad affrontare notevoli complicazioni respiratorie.
Si è anche diffusa la malsana, e preoccupantemente crudele, convinzione che il virus “uccida solo chi è già malato” e che quindi non serva preoccuparsene. Come prima cosa queste persone dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza prima di decretare accettabile la morte di qualcuno solo perchè “già malato” e poi dovrebbero riflettere sui casi di giovani in salute che sono comunque morti a causa del virus. Un numero trascurabile potreste dire? Nessuna vita è trascurabile.
L’incubazione del virus può variare da 2 ai 14 giorni, periodo nel quale si è comunque CONTAGIOSI.
Che l’Italia sia salita sul podio dei paesi infetti, non ci stupisce se pensiamo all’efficienza del nostro Sistema Sanitario. Sebbene sia tanto criticato, il numero di tamponi per il COVID-19 effettuati in Italia è largamente superiore a quello effettuato negli altri paesi. Ecco che così i numeri diventano “apocalittici” e spaventano il mondo. La realtà dei fatti è che anche casi leggeri, che in altre nazioni non sarebbero stati rilevati, vengono segnalati in Italia, facendo crescere il numero ufficiale dei contagiati.
Ma questa non è una ragione per lasciarsi prendere dal panico, ANZI! La possibilità di individuare molti più casi, permette di isolare anche coloro che in un altro paese avrebbero potuto continuare a vivere normalmente la loro vita infettando soggetti più deboli. In Italia questo fenomeno può essere arginato più facilmente ed è una cosa della quale dovremmo essere fieri.
Non bisogna sottovalutare il pericolo, ma non bisogna neanche andare fuori di testa.
Seguendo le linee precauzionali indicate dal nostro Sistema Sanitario, possiamo proteggere noi stessi ed i nostri cari, dando il nostro piccolo contributo per fermare questa malattia.
Chi la prende sotto gamba credendola una semplice “influenza”, forse non ha fatto un giro nei reparti di malattie infettive, perché una semplice influenza non causa uno scombussolamento ospedaliero pari a quello oggi in atto. Quindi, se lo Stato ci dice di tenere i bambini a casa da scuola, c’è una ragione. Se lo stato ci consiglia di non accalcarci nei locali pubblici, c’è una ragione. Dobbiamo continuare a vivere la nostra vita, senza bisogno di fare scorte da sciacalli nei supermercati, ma limitando in modo ragionevole la nostra “vita sociale”.
I sintomi del Coronavirus
Questa malattia colpisce principalmente le vie respiratorie inferiori ed è inizialmente facilmente confondibile con un bel raffreddore: febbre, tosse e stanchezza sono i sintomi principali, seguiti da dolore ai muscoli e difficoltà respiratorie. Quando la malattia degenera, porta ad una polmonite virale, che non può essere curata con i trattamenti tradizionali. La realtà dei fatti è che, ad oggi, non esiste una vera cura per il coronavirus, che putroppo conosciamo ancora solo in parte. Si può quindi cercare di arginarne le complicazioni, sperando nella guarigione.
Ecco perché è estremamente EGOISTA, archiviare la malattia come qualcosa che uccide solo chi già è debole. Anziani, bambini piccoli ed immunodepressi hanno i nostri stessi diritti di non ammalarsi, o almeno di non morire di coronavirus.
Come proteggersi dal Coronavirus
Lasciate perdere le mascherine, non servono a meno che non siate VOI quelli con i sintomi. La mascherina chirurgica ha quindi la funzione di proteggere gli altri da voi, se invece volete proteggervi voi dagli altri, dovete acquistare mascherine con il filtro o il vostro sforzo sarà inutile.
Una precauzione importantissima è quella di lavarsi le mani con una certa frequenza. Il contatto con altre persone o luoghi contaminati, può facilmente portarci a contrarre la malattia, ecco perché l’igiene diventa fondamentale (come se già non lo fosse, ma a quanto pare è necessario sottolinearlo).
Stretta di mano? Lavati le mani.
Hai preso un cappuccino servito dal barista? Bevilo e poi vatti a lavare le mani.
Sei tornato a casa dopo la spesa? Sistema tutto e poi lavati le mani.
E se non avete a disposizione il sapone, via di amuchina, sempre che riusciate a trovarla, o un altro disinfettante per mani con la giusta percentuale di alcool al suo interno.
NO, ubriacarvi ogni weekend non vi renderà immuni e sarebbe meglio che lo faceste con almeno 1 metro e mezzo di distanza dai vostri amici, ma capiamo che questo tipo di precauzione sia praticamente irrealizzabile.
Sarebbe quindi meglio limitarsi ad uscire meno di frequente, andare in posti non troppo affollati ed avere la coscienza di rimanere in casa se ci si sente poco bene.
E se proprio non potete restare in casa e vi viene da tossire o starnutire, per favore, cercate di farlo nell’incavo del gomito, in modo da non spargere i germi sulle mani, che vengono facilmente in contatto con cose e persone durante tutta la giornata.
Tiriamo le somme
Il virus al momento ha una percentuale di guarigione dal ciclo completo della malattia, pari al 30-40%, ma i dati sono costantemente in evoluzione.
Se avete problemi respiratori, siete immunodepressi, anziani o bambini, evitate i luoghi affollati e di stringere troppe mani, anche se il vostro lavoro dovesse richiederlo.