Scie chimiche: tutta la verità che dovete sapere
Quella delle scie chimiche è forse una delle teorie complottiste più famose degli ultimi tempi, nella quale crede ben il 17% della popolazione. Non parliamo quindi di “bruscolini” ma di una bella fetta di gente che crede che i nostri cieli siano usati per irrorare strane sostanze con effetti che vanno dalla manipolazione climatica a quella mentale.
Ma quanto c’è di vero in questa teoria?
Innanzitutto è fondamentale capire quando si è iniziato a parlare di scie chimiche. La diffusione della teoria inizia nel 1996 negli Stati Uniti.
L’aeronautica statunitense viene accusata di rilasciare nel cielo strane sostanze (visibili appunto come scie) a seguito di alcuni estratti di un testo universitario “Weather as a Force Multiplier: Owining the Weather in 2025”. Capirete bene che già il titolo destasse molta preoccupazione. L’Air Force ha subito specificato che si trattava di un testo su possibili scenari futuri e che niente avesse a che fare con le reali strategie militari e politiche e che, soprattutto, nessun programma per la manipolazione climatica sarebbe mai stato portato avanti.
Questo episodio diede il via ad una serie di “indagini” più o meno approfondite da parte dei sostenitori della teoria, che trovò terreno fertile nei mass media.
Uno dei punti chiave per screditare la pronta risposta dell’Air Force, faceva, e fa tutt’ora, leva sul fatto che gli USA abbiano negato qualsiasi tipologia di manipolazione climatica, quando in verità ci sono degli esperimenti condotti a riguardo. Si tratta del Cloud Seeding, ossia l’inseminazione delle nubi, spargendo nuclei di condensazione nelle nuvole al fine di stimolare le precipitazioni. Pare che questa tecnica ad oggi non venga quasi più utilizzata visti gli scarsi risultati e che di certo non si servissero di comuni aerei militari o civili per questo procedimento di “irrorazione”. L’aver negato a priori l’esistenza di questo programma, però, non ha di certo favorito la credibilità delle affermazioni dell’Air Force.